Ticchettava “Red right hand” di Nick Cave & the Bad Seeds e creava un raro clima di trapasso mentre pure io ticchettavo traducendo ius sepulchri, che è il diritto alla sepoltura nella cappella di famiglia. Di chiunque sia diventata la tomba, se il suo fondatore originario non espresse diversa volontà per testamento, il sepolcro s’intende gentilizio e il diritto alla tumulazione si trasmette in comunione imprescrittibile, irrinunciabile, iure sanguinis ai familiari, sin dalla nascita di ognuno, destinato a durare sino alla morte dell’ultimo superstite. Così Cassazione a Sezioni Unite, 28 Giugno 2018, n. 17122. Tic tac.
In foto Tino Stefanoni, Senza titolo ZA6. Acrilico su tela, 2016. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.
Riferimenti: Cassazione SSUU 28 Giugno 2018