Il quesito che Dio fa risuonare in ogni cuore cristiano accompagnò l’introduzione della legge sul divorzio scuotendo le coscienze di cattolici e laici all’inizio degli anni Settanta. A distanza di quasi cinquanta anni separazioni e divorzi sono considerati eventi personali non meno dolorosi di allora, ne è cambiato tuttavia l’impatto sociale.
Maggiore è l’attenzione agli aspetti che coinvolgono i figli, più frequente la richiesta di evitare lunghi e costosi processi. Il divorzio non è più un tabù, non distrugge la famiglia, esistono modi per affrontarlo che aiutano la coppia a viverlo consapevolmente, senza disagi per i figli.
La legge sulla negoziazione assistita, introdotta nel 2014, pone l’Italia in una posizione all’avanguardia perché permette di separarsi, divorziare o modificare le condizioni senza andare in tribunale. Se in questo schema normativo utilizziamo il metodo Collaborativo, ne trarremo la massima efficacia.
La logica avversariale della competizione è estranea al pensiero Collaborativo.
Il linguaggio e le condotte delle parti sono mirate a creare un clima di serenità, fiducia e cooperazione. I coniugi vengono assistiti dai rispettivi avvocati, eventualmente da altri specialisti, con l’obiettivo di raggiungere un accordo che potenzi la relazione genitoriale, garantisca assistenza ai figli e favorisca l’instaurarsi di nuovi equilibri familiari.
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