“Dovremmo sforzarci di individuare il bene e il bello sotto strati di abitudine e di routine. Potremmo aver visto così spesso il nostro partner spingere un passeggino, litigare con la società di fornitura elettrica o tornare a casa distrutto dal lavoro da aver dimenticato il lato che, in lui o in lei, resta avventuroso, impetuoso, sfacciato, intelligente e, soprattutto, degno di amore” (A. De Bottom, J. Armstrong, L’arte come terapia. U. Guanda Editore, Parma 2013).
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