Olga

Scritti da Olga Anastasi

I MURI HANNO BOCCHE PER PARLARE

Adriano Annino, Walls have mouths to tell. Acrilico su tela, 2015

Se i muri avessero bocche per parlare racconterebbero una verità diversa da quella processuale. Direbbero se Nina è stata stuprata dall’amico e da chi faceva il palo, non che consentiva perché brutta o scaltra come sostenuto dai giudici di appello. In attesa di avere la sentenza della Cassazione che ha annullato con rinvio, leggo la n. 948-2015: in una violenza sessuale ai danni di un sedicenne è correità dell’anziano che, messa a disposizione casa sua, aveva solo assistito mentre un suo complice commetteva l’abuso sul ragazzo. Perché sia reato non è richiesto che tutti i componenti del gruppo compiano gli atti di violenza, ma che abbiano contribuito all’esecuzione e siano presenti sul luogo del delitto.

In foto Adriano Annino, Walls have mouths to tell. Acrilico su tela, 2015. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

Riferimenti: Sentenza 7 ottobre 2014 – 13 gennaio 2015, n. 948 

LA CHIAVE D’ORO (BREVE STORIA DEL COGNOME CHE PREVALE)

108, La chiave. Acrilico e matita su mdf, 2019. Galleria Antonio Colombo, MilanoSe una regola non scritta, nonostante la diatriba su potestà desuete, continua ad attribuire il cognome paterno o il doppio cognome con il materno che segue, questo prevale invece se il padre non riconosce subito il figlio nato fuori dal matrimonio e la dichiarazione di paternità si ottiene per sentenza. Il cognome è bene morale, chiave che apre al mondo: conta l’interesse del minore a essere se stesso. Tribunale di Napoli n. 3583-2017, escluso il pregiudizio (il padre ha buona reputazione e rapporti con la figlia), aggiunge il cognome posticipandolo a quello materno, mentre Cassazione n. 17139-2017 asseconda un dodicenne a non voler aggiungere o sostituire al proprio il cognome del padre, per averne in passato patito l’assenza.

In foto 108, La chiave. Acrilico e matita su mdf, 2019. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

Riferimenti: Sentenza Trib. Napoli n. 3583 27.3.2017 e Cass. Civ. 17139-2017 #dirittominorile #giustiziaebellezza #justiceandbeauty #bigpicture #artandlaw #arteediritto #eccellentipittori #dirittovivente #artecontemporanea #contemporaryart

MAGNIFICAT ANIMA MEA LA DONNA DEL TERZO MILLENNIO

Daniele Vezzani, Magnificat. Olio su tela, 2015L’8 Marzo anziché mimose mi dedico cedri succosi, simbolo cristiano di giustizia e bellezza (Sal 92), peperoncini apotropaici e una femminilità presente che si superi in eccellenza, come nella pittura di Daniele Vezzani. Auspico non più diritti ma l’uguaglianza sostanziale nelle differenze, una distribuzione equa delle moderne responsabilità familiari e maggiori aiuti alle donne che sole crescono figli. Evviva.

In foto Daniele Vezzani, Magnificat. Olio su tela, 2015. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

 

L’ORIZZONTE E IL FARO

Pietro Capogrosso, Orizzonte. Olio su tela, 2017Da quando lessi nell’Elogio dell’Amore di Alain Badiou che «L’arte è ciò che nell’ordine del pensiero rende completa giustizia all’evento» cercavo di visualizzare il segno, il Symballein che da cui sono avvinta: finalmente di fronte al faro e agli orizzonti che dipinge Capogrosso l’ho trovato. La giustizia è armonia se ci fa luce, superando i dualismi col diritto, la dicotomia dettata dall’urgenza di rispetto della legalità; se, come l’arte e con l’arte, trascende il linguaggio e crea legami, assecondando la tensione al bello, propria dell’orizzonte umano.

In foto Pietro Capogrosso, Orizzonte. Olio su tela, 2017. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

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CONOSCI TE STESSO

Rocco Normanno, Giano bifronte. Olio su tela, 2013«Ciò che ci sta alle spalle e ciò che c’è di fronte, sono poca cosa rispetto a ciò che è dentro di noi» (Ralph Waldo Emerson). Mi raffiguro la bimba cresciuta senza conoscere l’identità del proprio padre biologico, poiché la madre le aveva fatto credere che fosse l’attuale marito, alle prese con il Giano bifronte di Normanno, così vero che per me è dissidio uno e trino: lei che vede un padre, l’altro, lo specchio che le rimanda l’ambiguo. Il tribunale minorile di Caltanissetta, con decreto del 28 Gennaio 2019, riafferma il diritto all’identità personale, quindi a conoscere le origini, da ritenersi a fortiori applicabile ai casi in cui non vi siano stati abbandono o adozione, e dispone un sostegno alla minore affinché costruisca con il padre estromesso un rapporto.

In foto Rocco Normanno, Giano bifronte. Olio su tela, 2013. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

Riferimenti: Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, decreto 28.1.2019 #giustiziaebellezza #justiceandbeauty #bigpicture #artandlaw #arteediritto #eccellentipittori #dirittovivente #dirittominorile #dirittoalleorigini

SQUARCIATEMI IL VELO E L’UMANA STORIA

Nicola Samorì, Pittura. Olio su tavola, 2018Samorì scava, sgretola, lacera, poi si riconcilia. È quanto dovrebbe permettere di ottenere il diritto degli adottati adulti alle proprie origini: conoscere l’identità dei propri genitori biologici tutela la propria e il diritto alla salute. Il principio, stabilito da Cassazione a sezioni unite n. 1946 del 2017, è stato riconosciuto anche nel caso di madre naturale deceduta (Cassazione, sezione VI civile, 7 febbraio 2018, n. 3004). Mi sovviene D’Annunzio: “O sangue mio come i mari d’estate!/ La forza annoda tutte le radici:/sotto la terra sta, nascosta e immensa.”

In foto Nicola Samorì, Pittura. Olio su tavola, 2018. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

Riferimenti: Corte di Cassazione sezioni unite n. 1946 del 2017 Cass. SU 2017 n. 1946; Cassazione, sezione VI n. 3004 del 2018 Cass. Civ. Ord. 5.12.2017 – 7.2.2018 n. 3004 

QUI IL TEMPO SI FA SPAZIO TRASPARENTE

Giorgio Milano, Here time becomes space (dettaglio). Acrilico e pigmento di grafite argentea su tela, 2018Buona fede, trasparenza, riservatezza sono cardini della pratica collaborativa: consentono lo scambio completo di dati, cruciale nel far emergere interessi e opzioni. Il tempo si fa spazio nelle relazioni e può mutare orditi in trame preziose, sembra dire l’eccellente Milano. I più scettici sono gli avvocati, per la paura di perdere il cliente o di mancare l’assistenza. La logica per cui più si sa più si rischia genera reticenza e inficia l’eventuale intesa, distorta da chi confida nel controllo e nell’esclusivo vantaggio personale. Siamo umani, superbi e antagonisti. Tra Penteo e un mortale Dioniso, scelgo il Coro: “Molte sono le forme del divino, molte cose impreviste eseguono gli dei, quel che si attende non giunge a compimento, quel che è inatteso, invece, un dio può realizzare”.

In foto Giorgio Milano, Here time becomes space (dettaglio). Acrilico e pigmento di grafite argentea su tela, 2018. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

 

COLLABORATIVI D’ITALIA: IL PICENO

Giorgio Pignotti, Antropogonia. Olio su lino, 2018L’anima promettente di avvocati, mediatori e psicologi di Gruppo Italiano di Pratica Collaborativa dimora ove i Piceni edificarono duecento anni prima di Roma: «Quando Ascoli era Ascoli, Roma era pascoli». Rannicchiata all’ombra delle cento torri, si svela altera nel travertino della piazza rinascimentale più bella d’Italia. Ron Ousky è il suo mentore ai cui precetti deve l’adesione a IACP, l’accademia internazionale. È picena la prima pubblicazione italica sul metodo (Olga Anastasi, Il Divorzio Collaborativo, 2013) e la sua assimilazione alla fenomenologia dell’arte nell’edizione del 2014. Ingegno e orgoglio la fanno vivace, del resto siamo sull’Appennino umbro-marchigiano dove, secondo l’eccellente Pignotti, nacque l’uomo.

In foto Giorgio Pignotti, Antropogonia. Olio su lino, 2018. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

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COLLABORATIVI D’ITALIA: ROMA

Tommaso Ottieri, Matematica Romana 1. Olio su tavola, 2017Roma fatata, lasciami cantare una serenata: è a Roma che ho conosciuto il diritto collaborativo, è a Roma che, grazie all’Istituto Italiano di Diritto Collaborativo e Negoziazione Assistita, nel 2010 ho incontrato Ron Ousky, che quell’anno tenne i suoi due primi corsi in centro Italia. L’associazione è attiva da allora, aderisce all’European Network of Collaborative Practice, ha sede a Roma, una sezione a Bari. Conserva il pregio di coniugare lo spirito del metodo con “Er punto d’onore” che affligge le relazioni in crisi, resiste alle sue forze centrifughe, negozia obiettivi e interessi: come la matematica dell’eccellente Ottieri, stabilisce proporzioni e moltiplica armonia.

In foto Tommaso Ottieri, Matematica Romana 1. Olio su tavola, 2017. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

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COLLABORATIVI D’ITALIA: IL NORD

Mauro Reggio, Torre Velasca. Olio su tela, 2018C’era una volta il diritto collaborativo in Italia e c’è ancora, vivo e vegeto. L’AIADC Associazione Italiana Professionisti Collaborativi è nata nel 2010, ha sede a Milano e conta oltre duecentocinquanta soci che ne promuovono la pratica in Lombardia, Toscana, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Sardegna. Torreggia per numero d’iscritti, iniziative, vitalità di contatti con l’IACP International Academy of Collaborative Professionals, che raggruppa i collaborativi nel mondo, attualmente presieduta dall’avvocata Francesca King del foro di Milano, con grande orgoglio di tutta la comunità italiana. Nel 2016 ha pubblicato “Pratica collaborativa, approfondiamo il dialogo” di Nancy J. Cameron a cura di Cristina Mordiglia, nel 2017 “La pratica collaborativa, dialogo tra teoria e prassi” a cura di Marco Sala e Cristina Menichino.

In foto Mauro Reggio, Torre Velasca. Olio su tela, 2018. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.

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