Olga

IL DIVORZIO COLLABORATIVO, recensione a cura di Leonardo Carbone

Olga Anastasi, Il divorzio collaborativo, Capponi editore, Ascoli Piceno, 2013, pagg. 98, € 12,00.

È uscito in silenzio, per i tipi di una piccola casa editrice di Ascoli Piceno, il volumetto recensito curato da un avvocato matrimonialista, ma per la tematica affrontata e la descrizione di una “nuova tecnica” per separarsi (“divorzio collaborativo”), sono sicuro che avrà successo editoriale.

Infatti, quando si parla di separazione e divorzio, il pensiero del comune cittadino va subito ai piatti che volano in cucina, ai litigi “violenti”. Dopo avere letto il volumetto ci si rende conto, però, che la separazione o il divorzio può avvenire anche senza “spargimento di sangue”. Perché ciò avvenga è, però, necessario leggere il libro recensito, in cui l’autrice accompagna il lettore in tutto il percorso che deve seguire per una “buona” separazione o divorzio, anzi accompagna il lettore nella pratica del divorzio collaborativo.

Il volume, con la prefazione di Ronald D. Ousky (pioniere del divorzio collaborativo che ha contribuito a diffondere in tutto il mondo l’idea del suo collega e maestro, l’avvocato Stuart G. Webb di Minneapolis), affronta nella prima parte le “modalità” di separazione e divorzio in Italia (separazione consensuale, separazione giudiziale, addebito della separazione, assegno di mantenimento, divorzio). Nella seconda parte tratta della creatività dell’affidamento condiviso, per passare, nelle parti successive, al diritto collaborativo, dilungandosi ampiamente (ed egregiamente) sull’etica del divorzio collaborativo, e sull’accordo di partecipazione alla pratica collaborativa.

Come si legge nella quarta di copertina del volume, vivere una separazione o un divorzio è come affrontare un viaggio in terra straniera, un luogo dove non si è mai stati e in cui le abitudini e il linguaggio appaiono completamente sconosciuti: i protagonisti del viaggio non sono sempre in grado di intuire dove vorranno essere emotivamente e fisicamente quando la vicenda sarà conclusa. Si provano rancore, rabbia, senso di frustrazione e nel processo tradizionale i sussulti dell’anima sono trascurati. I figli sono le prime vittime di separazione e divorzio.

Attraverso il metodo del divorzio collaborativo, rendendo la parte responsabile delle sue scelte, l’avvocato realizza in maniera ampia il suo ruolo sociale di interprete del diritto delle relazioni affettive offrendo alla coppia un’alternativa affinchè ciascuno si assuma nuovamente il più arduo dei compiti, la conoscenza e l’accettazione di sé e dell’altro.

Completano il volume un dettagliato indice sommario, una ricca bibliografia e riferimenti normativi.

È un volume che si legge “piacevolmente” e una volta iniziata la lettura, si arriva facilmente alla fine, grazie anche allo stile sobrio. Il tutto non può che essere di buon auspicio per il successo del volume, anche per il costo “ridottissimo”.

Leonardo Carbone – Toga Picena, 8 dicembre 2013

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