«La commissione d’un crimine fa sorgere nel colpevole il dovere di “pagare il suo debito”. Il carcere è […] solo il modo di soddisfare una pulsione sociale che richiede segregazione ed espiazione attraverso il dolore. Cosa ne ottiene la società, se non la moltiplicazione di figure come quella del folle geraseno che si chiamava “legione” (perché erano molti) del racconto evangelico di Marco? Si discute di giustizia riparativa, una prospettiva nuova e antichissima al tempo stesso […] Crimine e criminale: da fatto solitario a fatto sociale; da individuo rigettato dalla società a individuo che ne fa parte, pur rappresentando il lato d’un rapporto patologico. Qualcosa si muove, nella giustizia minorile, nei reati punibili a querela. Molto resterebbe da fare». G. Zagrebelsky, Che cosa si può fare per abolire il carcere? – La Repubblica.it, 23.1.2015
In foto Simone Racheli, Crepuscolo 1. Olio su tela, 2016. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.
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