Margherita voleva disporre dei suoi beni per testamento senza andare dal notaio: le spiegarono fosse necessario scriverlo di pugno, datarlo e firmarlo. Ma lei vedeva altre cose, non le righe del foglio e i ghirigori d’inchiostro cui il tremolio alla mano la costringeva. Così un caro amico l’aiutò, guidandola. Tuttavia, alla sua morte, il testamento olografo è invalidato, sebbene coincida con le ultime volontà di Margherita: la scrittura con mano guidata ne compromette l’autografia. Il principio è stato più volte affermato dalla giurisprudenza secondo cui l’intervento di persona diversa dal testatore che ne indirizzi il gesto è condotta “idonea ad alterare la personalità e l’abitualità del gesto scrittorio” (Cass. 6.3.17 n. 5505), due requisiti indispensabili affinché si possa parlare di autografia.
In foto Letizia Fornasieri, Margherita vedeva altre cose. Olio su tavola, 2010. Per gentile concessione di www.eccellentipittori.it – Tutti i diritti riservati.
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